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Meno patenti tra i giovani. Costi della mobilità e ambiente allontanano le nuove generazioni da auto e moto

Costo della vita, trasferimenti in altre città, restrizioni del traffico. Sono alcuni dei fenomeni che sembrano scoraggiare le nuove generazioni dal mettersi al volante. Già i Millennial guardavano ai 18 anni come un traguardo meno appetibile sul piano dell’indipendenza e della mobilità rispetto ai propri predecessori. Così anche la Gen Z sembra rimasta ferma alla fermata del bus.

I numeri misurano infatti un minore afflusso presso motorizzazioni e scuole guida italiane da parte dei giovani. Nel 2012, i Millennial neopatentati in Italia erano 723 mila, con un calo di oltre 300 mila nuovi conducenti auto rispetto alla generazione precedente. Un altro esempio su più larga scala lo troviamo negli Stati Uniti, dove nel 2020 la percentuale di diciottenni patentati è scesa al 47% rispetto al 62% del 1997 – complice anche il lockdown – .

C’è chi chiama in causa la vocazione ambientalista, o comunque un’attenzione più o meno consapevole al tema della mobilità sostenibile, che giustificherebbe il disinteresse delle nuove generazioni verso la guida indipendente e il ricorso alla micro mobilità condivisa come bici e monopattini elettrici. E ancora, chi guarda alle nuove abitudini di consumo più orientate verso l’intrattenimento digitale.

I giovani e le moto. Fine di un amore?

Una considerazione questa che riguarda l’interesse verso il mondo delle due ruote, che per decenni ha sedotto intere generazioni con il mito del vento tra i capelli – almeno fino all’obbligo del casco introdotto nel 1986 – e dei viaggi on the road. La moto è in fondo un capriccio (molto costoso), una scelta consapevole di chi alla funzionalità dello scooter preferisce l’emozione della guida.

Eppure l’intero settore sembra sentirsi ignorato, e proprio come chi sospetta il tradimento del partner, si interroga se ci sia qualcosa che non va nel proprio aspetto. Che siano i social o il gaming a distrarre l’interesse dei giovani, giornali e blog di motori si impegnano ad avallare o perfino a smentire l’aggravarsi di questa crisi di coppia. È un fatto però che se ne parli.

Ztl e limiti alla circolazione

Tuttavia, per quanto possa incidere il complesso di abitudini e ambizioni condivise dai giovani, i costi della mobilità rappresentano una delle voci di spesa più gravose per i conducenti di tutte le età. Ancor di più se si considerano giovani studenti e lavoratori fuori sede chiamati a confrontarsi con il caro affitti e l’aumento generalizzato dei prezzi. Così anche i limiti alla circolazione, che rendono l’Italia il Paese Ue con il maggior numero di Ztl.

Vigile urbano che alza la paletta rossa per fermare un automobilista

Stando al rapporto di Clean Cities Campaign pubblicato a giugno 2022, le zone a traffico limitato presenti sul territorio sono 172, istituite per la maggior parte tra il 2008 e il 2013 con il benestare delle startup operanti nella e-mobility che hanno trovato terreno fertile nei centri storici di molte città italiane. Che la mobilità green sia anche (o soprattutto?) una mobilità di ripiego poco importa. Sostenibilità e carovita sono in fondo due facce della stessa svalutatissima moneta.

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