
Dalle compatte MINI alle mastodontiche Bentley, fino alle più sportive Aston Martin… L’Inghilterra ci ha da sempre abituati a sfornare vetture bellissime, emozionanti da vedere e da guidare, ma senza mai compiere quel passo verso l’esagerazione, con uno stile di guida che sappia accontentare sia coloro chi cerca la performance che gli amanti del lusso, del comfort e della silenziosità.
A riscrivere la storia del Made in UK non poteva che pensarci Aston Martin, ma non con una due posti sportiva come tutti potremmo pensare, bensì con il proprio suv DBX.
Un considerevole boost di potenza per il propulsore V8 biturbo, sempre firmato Mercedes-AMG, porta una vettura così possente in orizzonti di performance sconfinate, come raccontano gli appena 3,3 secondi necessari a raggiungere i 100 km/h da ferma, oppure i 310 km/h di velocità massima.
Per scatenare tutta la furia di questo propulsore, i tecnici inglesi hanno rimodellato la parte telaistica, per offrire un comportamento efficace anche oltre i 300 km/h e, soprattutto, offrire al V8 tutto l’ossigeno di cui ha bisogno.
Rispetto alla versione di serie, sul muso di Aston Martin DBX707 troviamo modifiche evidenti rivolte a migliorare i flussi, con una mascherina vistosamente più grande, nuove prese d’aria inferiori e due spoiler alle estremità dei paraurti.
Ritocchi di carattere estetico abbracciano la vettura a tutto tondo, ma gli upgrade più funzionali li notiamo al posteriore, in particolare nell’estrattore, più che mai esasperato ed accompagnato da ben 4 terminali di scarico, che lasciano ben pochi dubbi sulle potenzialità della vettura.
Insomma, le premesse ci sono tutte per abbattere il muro di aplomb inglese e scatenare l’ira del V8, ma… se nasci tondo non muori quadrato, ed allo stesso modo un Aston Martin non rinuncerà mai all’eleganza e la classe che la contraddistingue, non importa il numero di cavalli che porta nel nome.
Infatti lo stile che ritroviamo all’interno lascia intendere l’indole di una vettura che ama andare veloce, ma anche cullare i propri viaggiatori con un’esperienza da prima classe. Lo spessore dei tappetini, l’alternanza di pelle ed Alcantara cucite a contrasto, il comfort delle sedute e l’ampio spazio per tutti i passeggeri, sono dettagli, ma raccontano il modo del Brand inglese di intendere l’auto.

Infine, ad avvenuta accensione, la conferma arriva dallo scarico: 4 terminali si fanno sentire, ma senza esagerare. C’è da dire che le varie modalità offrono una diversa impronta stilistica alla guida, ma se nella modalità GT il sound è profondo e cauto, quando si decide di spingere forte, il borbottio del V8 non entra mai prepotente all’interno dell’abitacolo, dando prova di esserci, ma non voler disturbare la vita a bordo, anche se si sfreccia in circuito a 300 all’ora.
Un lavoro in cui riesce benissimo tra l’altro, quest’ultimo, sfoggiando tempi sul giro di rilievo grazie ad una guida bilanciata, e lasciando anche il pilota libero di far strillare le ruote posteriori con una guida più sporca, con qualche limite ovviamente imposto dalla fisica di un gigante a ruote alte.
In Aston Martin ci hanno provato ad esagerare ma una filosofia di vita non si modifica con un numero.