
Dopo X5, è tempo di aggiornamenti anche per la sorella a coda lunga. BMW X6, rinnova il look con il più classico dei restyling di metà carriera, e mette anche la scossa a tutta la proposta motori.
In arrivo dalla Carolina del Sud, stato che vedrà la produzione di questo generoso Suv, grazie allo stabilimento BMW di Spartanburg, nuova X6 ridefinisce il suo stile grazie ad una bella dose di cattiveria, da ora disponibile per tutti grazie al pacchetto M Sport di serie.
Il frontale si impreziosisce di un nuovo sguardo affilato e spigoloso, oltre ad una nuova conformazione della mascherina frontale, ora più orientato alla verticalità e giocando con le forme della calandra. Quest’ultima, al contrario delle aspettative, non subisce modifiche, ma completa la firma notturna grazie all’Iconiq Glow, ovvero la possibilità di retroilluminarla.
Al posteriore X6 mantiene la sua silhouette scolpita, giocando di vuoti e pieni e rimarcando l’orizzontalità, grazie anche ai fasci luminosi allungati verso il logo centrale.
I ruggenti scarichi trapezoidali offrono il giusto sfogo al propulsore più prestazionale in gamma, l’M60i, dicitura per definire il V8 che si nasconde sotto al cofano di questa X6.
Rispetto ad un tempo però, questo motore non è più solo, ma viene aiutato (come se ne avesse bisogno) da un sistema a 48 V, ormai prerogativa indispensabile all’interno dell’offerta di X6.

Questo principalmente porta con sé i vantaggi fiscali dell’ibrido, rinunciando a qualche chilo di leggerezza, ma senza grandi compromessi alla guida.
“Bella furbata” verrebbe da dire in gergo, ma in effetti si tratta di una risposta scontata del costruttore all’Europa, che chiede più vetture elettrificate, propulsori più piccoli e consumi minori, ed in BMW almeno per la prima ha risposto presente.
Perché i 4,4 litri del V8 biturbo non vuole proprio sentirne parlare di downsizing, mentre se si parla di consumi.. diciamo che ci sono tante alternative più orientate al risparmio.
Se si parla di performance invece qui X6 M60i fa la voce grossa, sfoggiando un sound da sportiva, nonché numeri da supercar.

E se la stazza ed il peso della vettura, giocano a svantaggio della dinamica di guida, l’elettronica vuole rimescolare le carte in tavola, con le ruote posteriori sterzanti ad aumentare l’agilità, le sospensioni sportive a mantenere sempre il giusto grip ed il lavoro di differenziale e stabilizzatore anti rollio a regolare il comportamento in curva.
Un comportamento che va oltre quindi le basi meccaniche, dimostrando il potere dell’elettronica, ma non dell’elettrificazione che almeno in alcuni campi ancora non è riuscita ad ottenere l’effetto desiderato.. e per fortuna.