
Si è svolto ieri a Spazio Vittorio, Roma, la 56a Assemblea Aiscat, che ha mostrato il piano investimenti della Società Autostrade nel corso dei prossimi 15 anni.
All’evento erano presenti ospiti illustri tra cui il Ministro dei trasporti, Matteo Salvini, che ha così riassunto il nuovo rapporto con l’Associazione e le Concessionarie autostradali: “Io mi fido dei privati, considerate il Ministero casa vostra”.
Il Presidente di Aiscat, Diego Cattoni, ha invece sintetizzato al termine dell’Assemblea dei soci il contributo che il
comparto autostradale italiano è pronto a dare fin da subito:
“Sessanta miliardi in quindici anni. È questa la mole di investimenti che il mondo delle autostrade italiane in
concessione è in grado di mettere a terra con un duplice obiettivo: garantire il rilancio economico del Paese
e ridisegnare i modelli di mobilità nel segno della digitalizzazione e della transizione ecologica”.
Con un’estensione complessiva di 6.077 km (pari all’87% circa dell’intero sistema autostradale italiano), le autostrade in concessione costituiscono il 3% della rete stradale primaria del Paese, ma assicurano un quarto della mobilità nazionale, a lungo, medio e corto raggio. “Rappresentano – ha ricordato Cattoni – la prima infrastruttura nazionale della mobilità”. Un comparto che si trova alla vigilia di una vera e propria svolta. “Il settore della mobilità – ha osservato Cattoni – è oggi alla vigilia di quella che potrà essere una vera e propria rivoluzione come non si vedeva dal dopoguerra. L’evoluzione tecnologica, unita ad una nuova sensibilità sul fronte ambientale, permette di costruire fin da subito un futuro assai diverso dal presente che conosciamo e il comparto delle autostrade a concessione è in grado di garantire in tempi rapidi gli investimenti necessari
senza gravare sulla fiscalità generale”. Investimenti che non sono una novità: 28,1 miliardi di euro di investimenti nel periodo 2000-2021, 13,5 miliardi di euro di manutenzioni ordinarie nel periodo 2000-2019.
“La novità – ha sottolineato il Presidente dell’Aiscat – sta non solo nella mole di potenziali nuovi investimenti, ma nel tipo stesso di investimento. Avremo certo nuove opere e l’ampliamento delle attuali, ma abbiamo la possibilità di pianificare la digitalizzazione della rete. La guida autonoma e connessa ci permetterà non solo di aumentare la capacità delle arterie senza uso di ulteriore suolo e di rendere più veloci gli spostamenti, ma soprattutto di abbattere radicalmente il tasso di incidentalità oggi per lo più legato al fattore umano”.
Anche in questo caso, il comparto può già vantare risultati eccellenti: oggi abbiamo livelli di traffico più alti del 154%
circa rispetto al 1980, ma con un numero di morti ridotto del -72%; dall’inizio del nuovo millennio, si è passati dagli oltre 11.300 incidenti, con 600 morti, ai circa 5.200 incidenti con meno di 200 morti del 2021, con un’incidenza rispetto al totale nazionale di circa il 6%. “Il controllo digitale del traffico – ha osservato Cattoni – ci permetterà quel salto di qualità che ancora manca. Così il sostegno alla diffusione di veicoli elettrici, oggi a batteria domani anche a idrogeno, ci può permettere di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti. Anche sul fronte della sostenibilità ambientale, il comparto autostradale sarà decisivo. Ciò che serve al settore – ha concluso Cattoni – è una semplificazione del quadro normativo, in modo che non possa rappresentare un freno alla capacità di investire del Paese”.