L’estate è anche tempo di statistiche, di numeri da leggere sotto l’ombrellone. Non per questo abbiamo a che fare con ricerche fatte male, anzi – la cura dei dettagli di chi le porta a termine è quasi maniacale – anche se gli argomenti spesso fanno più sorridere che riflettere. Ma almeno sono spunto di chiacchiera tra un bagno e l’altro.
L’ultima arrivata in ordine di tempo è una ricerca condotta dal sito Facile.it che ha indagato su uno dei vecchi vizi degli utenti della strada: il litigio. Pare infatti che in Italia siano state quasi 21 milioni le persone ad aver perso la pazienza proprio sulle strade.
Non solo. Dalla ricerca sono emersi anche i motivi che perlopiù fanno perdere le staffe agli automobilisti, pedoni e motociclisti del Bel Paese.
Al primo posto pare esserci la mancata precedenza – fonte di malumore per la maggioranza del campione e che registra un bel 32% di sonore litigate. Seguono i pedoni – che spesso attraversano senza prestare troppa attenzione al traffico in arrivo – causa di litigio per il 25% degli interpellati.
Altra nota – forse giunta un po’ a sorpresa – è il sesso di chi litiga con maggior frequenza. Nel campione femminile sono state il 63% ad ammettere d’aver discusso in auto – a fronte del 61% dei colleghi maschi.
Guardando invece ai dati geografici scopriamo che ad arrabbiarsi di più sono i cittadini dell’Italia meridionale. Al Nord hanno discusso il 56,5% dei “sondaggiati” – contro il 68% degli abitanti del Sud, Isole comprese. Da qui emergono – volendo affibbiare per forza un valore statistico a questi dati – anche quali siano le infrazioni più commesse tra Nord e Sud.
Un esempio? La prima causa di arrabbiatura da Napoli in giù è il parcheggio in doppia fila: per la quale hanno incrociato parole il 33% degli intervistati – stessa infrazione che nel Nordest ha fatto innervosire solo il 10% degli automobilisti.
Da qui tra le due l’una: o da Venezia a Trieste ci sono molte meno auto in doppia fila che al Sud o gli abitanti del Nordest sono maggiormente disposti a chiudere un occhio senza arrabbiarsi, ma questo non ce lo svelerà nessuna ricerca.
Alessio Macaluso